mercoledì 27 agosto 2014

L’italiano è la quarta lingua più studiata nel mondo

Il rating è lunghissimo, un elenco di più di seimila nomi, ordinato rigorosamente, come una classifica universale. Sono le lingue più studiate al mondo. Al primo posto, e non è una notizia, c’è l’inglese, al secondo il francese, al terzo lo spagnolo. E, sorpresa, al quarto c’è l’italiano. Sì, proprio l’idioma di Dante, che supera cinese, giapponese, tedesco. Un trionfo, insomma. Inaspettato, per i non addetti ai lavori, una conferma per linguisti e cultori dell’italianistica. 

Che da martedì 17 giugno a Roma (Palazzo San Macuto) si ritrovano per una giornata di studio dedicata alla lingua italiana come strumento di promozione dell’Italia all’estero. Un evento organizzato da Icon, il consorzio di 19 università italiane con sede a Pisa, che ha organizzato la prima laurea in italianistica su Internet dedicata agli stranieri riscuotendo adesioni e consensi al di là di ogni aspettativa. «Analizzeremo la nostra lingua come fattore di sviluppo, anche economico, per l’intero Paese – spiega il professor Mirko Tavosanis, direttore di Icon -. E cercheremo di portare un contributo di idee gli Stati Generali della lingua italiana nel mondo, lanciati dal Ministero degli affari esteri e in calendario in ottobre a Firenze». L’inizio è incoraggiante. Il rating è stato realizzando confrontando più fonti (quasi tutte universitarie) dei paesi stranieri e nella giornata di studio saranno presentati cifre e curiosità. 
Il motivo del successo dell’italiano? «Credo la popolarità e la diffusione della nostra lingua, maggiore a volte degli idiomi di importanti potenze economiche, sia dovuto a più fattori – spiega Tavosanis -. Il primo è certamente la cultura italiana. Non solo Dante, però, anche i gli scrittori contemporanei. Piacciono in ugual modo narrativa, poetica, saggistica. Poi influisce molto la musicalità del parlare italiano e ovviamente la lirica nella quale trionfa. Anche il cibo, soprattutto negli ultimi anni, ha spinto tanti stranieri a studiare i nostri vocaboli, magari solo per leggere divine ricette». Secondo Tavosanis, l’amore per l’italiano deve essere una spinta per un notevole rinnovamento culturale. «Tutti i soggetti che operano per la promozione della lingua e cultura italiana all’estero – spiega il professore - sentono l’esigenza di un profondo rinnovamento dell’intero sistema. Dobbiamo individuare le idee per una politica che tenga conto delle nuove condizioni del mercato delle lingue e della competizione culturale nel mondo globalizzato. Questa politica permetterà di valorizzare le potenzialità del patrimonio italiano e attivare connessioni fra promozione della lingua e cultura e promozione dell’economia. Per esempio, avere studenti stranieri che studiano in Italia usando l’italiano è una garanzia di futuri rapporti con le classi dirigenti di molti paesi in rapido sviluppo economico». Il Consorzio Icon (Italian Culture on the Net) associa 19 atenei italiani per promuovere e diffondere, per via telematica, la lingua, la cultura e l’immagine dell’Italia nel mondo. Attraverso il sito www.italicon.it studenti stranieri e italiani residenti all’estero possono scegliere all’interno di un’offerta didattica che comprende un corso di laurea triennale in Lingua e cultura italiana, quattro Master e un’ampia serie di corsi di lingua italiana. 
Corriere della Sera, 16 giugno 2014 | 19:37

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