sabato 28 settembre 2013

No Money... No Honey

Da un articolo di attualità letto in classe abbiamo estrapolato la frase "Se non hai il portafogli non sei nessuno...". Alexander l'ha commentata così.

Oggi, nella nostra società avere molti soldi significa avere una vita semplice senza problemi perché puoi comprare tutte le cose di cui hai bisogno ma anche le cose che vuoi avere. In inglese diciamo: "No money, No honey" che vuol dire che se non hai i soldi non puoi divertirti. E la stessa cosa per la crisi economica che c'è oggi. Paesi come la Grecia o l'Italia hanno una vita dura solamente perché non hanno soldi... la maggior parte delle persone non può trovare un lavoro. È una cosa che io non capisco ma alcune persone sono egoiste e non pensano a come si vive in questa situazione. Una cosa che non si può comprare con i soldi è la felicità; sfortunamente ci sono persone che non lo credono e continuano a vivere nel loro egoismo...

Ecco l'opinione di Estefania:

In molti paesi non siamo niente se non portiamo il portafoglio con noi. È molto importante nel caso in cui ci succede qualcosa, qualcuno può identificarci. Nell'esempio dell'avvocato, lui non è nessuno né nulla perché non ha il suo portafoglio pertanto quelli dell'ospedale credono che lui sia povero.
La società ora gira tutta intorno alla questione dei soldi: se sei ricco sei una persona. È così che funziona la nostra società. È triste, penso che non si dovrebbero escludere quelli che non hanno soldi e non possono fare niente per vivere. Dobbiamo sempre aiutare i meno fortunati, così io mi sento meglio come persona, aiutando gli altri.

Superstizione

In classe abbiamo letto due articoli sulla superstizione, su scongiuri, amuleti, tarocchi... È seguita una discussione su come italiani, spagnoli e greci vivono e affrontano certe credenze. Alkisti ha inventato una storia sull'argomento...

Mario ha 32 anni e vive a Roma. È il ragazzo più superstizioso che qualcuno possa conoscere. Non esce mai da casa sua i venerdì 13, non passa sotto le scale, legge il suo oroscopo ogni giorno. Ma una volta era in ritardo per il suo lavoro e non ha pensato che doveva aprire l'ombrello quando esce da casa e lo ha aperto in casa. In quel momento ha pensato che la fine è arrivata. È uscito da casa e camminava come un gatto spaventato. Era sicuro che dopo questo evento tutto sarebbe stato una catastrofe. Mentre stava attraversando la strada incontrò una ragazza. Lui la guardò…e questo fu l'inizio di tutto il resto. Fu un amore a prima vista. Più tardi ha vinto alla lotteria. Il suo giorno andava perfettamente bene. Tutto era incredibile. Ha cominciato a uscire con la ragazza e ha capito che la superstizione non è altro che una vecchia tradizione che non significa niente.

giovedì 26 settembre 2013

Leggendo leggendo... Alessandro D'Avenia

Gli studenti di 6L4, 6L3 e 7L4 hanno cominciato a leggere il romanzo "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia. Fra le prime pagine c'è una frase che recita "Ognuno deve essere se stesso e accettare l'altro così com'è ": Alkisti l'ha commentata così.

Nessuno è perfetto e nessuno può essere come l'altro. Siamo tutti differenti e non possiamo aspettare dagli altri di essere come noi. Una persona deve essere e agire sinceramente e non fingere di essere qualcuno che non è. Dobbiamo accettare noi stessi, amare chi siamo perché se le altre persone vedono che non siamo felici, non vorranno mai stare con noi. Ognuno deve cercare di essere la migliore versione di se stesso. Così il mondo sarà più tranquillo e pacifico. Inoltre sarebbe noioso e fastidioso vivere in un mondo in cui tutte le persone sono uguali nel carattere e in apparenza.

Ecco che cosa ha scritto Spyros:

Devi essere te stesso, perché se non lo sei è come mentire a se stessi di fronte allo specchio, o ti vergogni di essere quella persona, ma non si dovrebbe, in realtà è un sogno desiderate di ottenere tutta l'attenzione, per essere più popolare o di stare con un certo gruppo di persone.
Si dovrebbe rispettare l'altro come egli è, perché non si può giudicare una persona dal suo aspetto fisico, bisogna conoscerlo prima di poterlo giudicare. Anche se non ti piace qualcuno a causa del suo carattere, credo che dovresti accettarlo, perché questo è il modo in cui è nato, noi tutti siamo nati con impostazioni predefinite.


La riflessione di Anna-Rose

Una cosa che molte persone dicono è che noi dobbiamo restare naturali senza preoccuparci dei pensieri di altre persone e di tutti in generale. Non dobbiamo essere influenzati dagli altri. I libri, i genitori, la famiglia, la scuola, i professori, ... tutti dicono che noi dobbiamo vivere e crescere seguendo queste frasi fatte.
Ma le stesse persone vogliono anche che noi dobbiamo riuscire nella vita, e per fare così dobbiamo fare come le altre persone del mondo per essere accettati nella società. I nostri genitori non vogliono che noi siamo differenti e senza successo. Ma non vogliono neanche che siamo dei cloni della società. Dunque vogliono che noi troviamo una maniera di vivere tra i due estremi.
Ma io penso che fare questo sia la cosa più difficile delle tre possibilità. Perché dobbiamo avere uno stile di vita che gli altri vogliono che abbiamo e anche quella che noi vogliamo. Ma questo modo di pensare, penso sia una completa manipolazione. Non è la soluzione per sfuggire alle situazioni di tutte le persone del mondo. Non esiste una fuga.



Marlène ha commentato la seguente frase:  I Prof non hanno una vita reale fuori da scuola. Fuori da scuola non esistono”


Ci sono tanti studenti che sarebbero perfettamente d’accordo con questa frase, ma io non ne sono sicura. Magari alcuni professori hanno una passione incredibile per l’insegnamento ma hanno allo stesso tempo una vita fuori da scuola. Se non fosse così, i professori sarebbero robot e non esseri umani.
I professori non hanno vita fuori dalla scuola, è impossibile. Gli piace correggere delle cose, visto che l’unica cosa che fanno è darci progetti, test e compiti. Sembrano amare correggere tutti questi esercizi e questo richiede molto tempo per farlo. Naturalmente, si può dire che il tempo ce l’hanno, perché non hanno né amici né vanno alle feste. L’unica cosa che fanno è correggere, preparare la prossima lezione a casa e inventarsi dei nuovi compiti ed esercizi. Sicuramente quando stanno a scuola parlano con gli altri professori dei loro studenti, di quello che si fa in classe, del piano di studi e sui compiti in generale.
D’altro lato questo sembra abbastanza ridicolo ed esagerato. Ho tanti professori che portano l’anello al dito. Questo ovviamente vuole dire che sono sposati. Ho anche degli insegnanti che hanno figli o che vanno all’università. Così si vede che i professori hanno una vita personale, come tutte le persone normali. Non si dedicano unicamente alla scuola, dopo la scuola ritornano a casa dove sicuramente prendono un caffé, si rilassano e vedono la televisione. Molti professori sono anche malati. Questo dimostra che sono, come noi, degli esseri umani, è non degli extraterrestri.
Per concludere, i professori sono, secondo me, delle persone normali. Sembra che a volta gli studenti dimentichino questo particolarmente quando sono bambini piccoli. Pensiamo che i loro obiettivi siano di rendere la nostra vita un inferno, ma no! Giustamente, loro esistono per aiutarci e insegnarci delle cose nuove. La scuola consiste semplicemente nel loro lavoro, non è la loro vita.

Ecco cosa ne pensa Estefania:

Non è certo che i prof siano persone normali come gli alunni fuori da scuola: hanno una vita, vuol dire che vanno fuori con gli amici al parco, escono la sera, guardano un film, tutto questo anche i prof lo fanno. Non si deve discriminare e dire che i prof non sono nessuno, sono persone come gli altri.
Le persone non lavorano tutto il giorno, devono avere un tempo di relax e hanno anche il fine settimana per fare altre cose che non sono concentrate nello studio. Anche i prof sono genitori come gli aluni sono figli, questo vuol dire che ovviamente hanno una vita molto differente fuori dal lavoro. Devono per esempio portare i loro figli a giocare a calcio, portarli a danza oppure semplicemente andare a cenare fuori con tutta la famiglia. Tutti - qualsiasi lavoro facciano anche non speciale - hanno una famiglia, pertanto hanno una vita reale fuori dal lavoro e certo che esistono: l'unica cosa è che i prof non vogliono condividere informazioni private della loro vita con i loro alunni.

mercoledì 25 settembre 2013

Il mio rapporto con l’Italiano

Alcuni studenti spiegano il loro rapporto con la lingua italiana.

Sono nata in Italia, più precisamente a San Pietro Vernotico, che è una piccolissima città in provincia di Brindisi. Ho sempre vissuto all’estero. I primi sei anni della mia vita li ho vissuti in Marocco, a Rabat. Adesso è da dieci anni che vivo a Bruxelles. 

martedì 24 settembre 2013

Canzoni famose: gli alunni confrontano più versioni

'O sole mio è famosissima in tutto il mondo. In classe abbiamo letto la storia della composizione: Katharina ha confrontato diverse versioni e le ha "giudicate" secondo i propri gusti.

La prima versione cantata da Enrico Caruso non era del tutto di mio gusto. Era un genere lirico e un po' antico.


Mentre la versione di Elvis Presley mi è piaciuta di più per il suo ritmo più accelerato ed anche per la sua bella voce. 

lunedì 23 settembre 2013

Volare... Nel blu dipinto di blu in tre versioni

In classe abbiamo parlato di "Volare" canzone italiana famosissima in tutto il mondo e che ha dato il nome al nostro blog. Ne abbiamo raccontato la storia e a che cosa si è ispirato Franco Migliacci per scrivere il testo. Abbiamo ascoltato l'interpretazione di Domenico Modugno al Festival di Sanremo 1958 confrontandola con altre versioni. Ecco che ne pensa Katharina.

Composizione quasi... libera

Laura ha scritto una breve storia partendo dalle dieci parole evidenziate...

Stamattina mi sono alzata, ho fatto colazione, ho bevuto un’aranciata, mi sono truccata gli occhi e sono andata al lavoro. Mi sono messa un po’ di rossetto in macchina e con l’accendino ho acceso una sigaretta. Sono arrivata in ufficio e poi a mezzogiorno sono andata in palestra. Poi sono andata a mangiare un panino con il mio ragazzo sciatore! Il pomeriggio,sono tornata al lavoro, ho fatto una riunione con l’architetto Renzo Piano. Sono tornata a casa ma prima mi sono fermata al mercato e ho comprato un quadro. Arrivata a casa ho salutato il mio gatto e gli ho dato da mangiare. Infine, stanca morta mi sono messa a letto ma prima mi sono tolta tutti i gioielli, soprattutto gli anelli, e poi mi sono addormentata e ho dormito come un sasso!

domenica 22 settembre 2013

Cacciatrice, il racconto di Giulia C

Cacciatrice
Parte 1
La caccia inizia
Il vento soffiava nei suoi capelli ma lei non ci faceva caso, non sembrava neanche aver notato le nuvole nere che si avvicinavano rapidamente, troppo rapidamente. No, lei era troppo concentrata a scrutare le acque in cerca di un'ombra sfuggente. Stava lì, appoggiata sul bordo della barchetta che era presa da un leggero rollìo. Spiava l’acqua, un arpione in mano, e infine la vide, l’ombra scivolare sotto l’acqua. Un piccolo sorriso di vittoria apparve sul suo viso. Nascose l’arpione sotto un panno e si mise a cantare:

giovedì 19 settembre 2013

Il mio libro preferito... i ragazzi raccontano

Alcuni studenti della classe 6L3 hanno parlato del proprio libro preferito

É difficile per me parlare del mio libro preferito perché mi piace molto leggere e i miei libri preferiti sono molti. Mi piacciono generi molto diversi:
        Romanzi avventurosi come Harry Potter, romanzi storici come “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, il genere umoristico come “Confessions of a shopaholic” e i libri di letteratura come “Sense and sensibility” di Jane Austin e “A Christmas carol” di Charles Dickens.
       Il libro che sto leggendo “War Horse”, è ambientato durante la Prima Guerra mondiale e racconta la storia di Joey, un cavallo inglese che viene venduto all’esercito dal padre del protagonista, Albert, un giovane di quindici anni.
        Il cavallo vede gli orrori della guerra dai due punti di vista (inglese, tedesco) e Albert è determinato a ritrovare il suo cavallo.
         É una storia molto intensa, piena di avventura ed emozioni cha fa riflettere sul valore della vita. Questo libro mi piace moltissimo e vorrei tanto vedere lo spettacolo a teatro.
Lavinia
 

Il mio libro preferito si chiama "The Mayor of Casterbridge" di Thomas Hardy. È la storia d'un uomo, Michael Henchard, che vende sua moglie, Susan Henchard, a un navigante, Newson, perché lui aveva bevuto troppo.
Dopo, Michael Henchard ha capito che era un grande errore e smette di bere per 20 anni. Sua moglie era veramente felice con Newson, anche perché lui era un buon padre per Elizabeth, figlia di Susan e Michael. Ma un giorno, Elizabeth morí… Un anno o due più tardi, Susan e Henchard ebbero una nuova figlia e anche lei si chiamava Elizabeth. Newson se ne andò su una nave e non ritornò più. Allora Susan parte alla ricerca di Michael, perché non voleva stare sola.