lunedì 22 settembre 2014

Gianni Rodari, "Il re che doveva morire". Cambiamo il finale!

Il profeta Isaia e il re Ezechia morente. Olio su tela, cm. 187 x 231
Gli studenti della 7L4 hanno letto "Il re che doveva morire" di Gianni Rodari dal volume "Favole al telefono". Ecco come ne hanno riscritto il finale.

Testo originale:
Una volta un re doveva morire. Era un re assai potente, ma era malato a morte e si disperava:
- Possibile che un re tanto potente debba morire? Che fanno i miei maghi? Perché non mi salvano?
Ma i maghi erano scappati per paura di perdere la testa. Ne era rimasto uno solo, un vecchio mago a cui nessuno dava retta, perché era piuttosto bislacco e forse anche un po' matto. Da molti anni il re non lo consultava, ma stavolta lo mandò a chiamare.
- Puoi salvarti, - disse il mago, - ma ad un patto: che tu ceda per un giorno il tuo trono all'uomo che ti somiglia più di tutti gli altri. Lui, poi, morirà al tuo posto.
Subito venne fatto un bando in tutto il reame: - Coloro che somigliano al re si presentino a Corte entro ventiquattr'ore, pena la vita.
Se ne presentarono molti: alcuni avevano la barba uguale a quella del re, ma avevano il naso un tantino piú lungo o più corto, e il mago li scartava; altri somigliavano al re come un'arancia somiglia a un'altra nella cassetta del fruttivendolo, ma il mago li scartava perché gli mancava un dente, o perché avevano un neo sulla schiena.
- Ma tu li scarti tutti, - protestava il re col suo mago. - Lasciami provare con uno di loro, per cominciare.
- Non ti servirà a niente, - ribatteva il mago.
Una sera il re e il suo mago passeggiavano sui bastioni della città, e a un tratto il mago gridò: - Ecco, ecco l'uomo che ti somiglia piú di tutti gli altri!
E così dicendo indicava un mendicante storpio, gobbo, mezzo cieco, sporco e pieno di croste.
- Ma com'è possibile, - protestò il re, - tra noi due c'è un abisso.
- Un re che deve morire, - insisteva il mago, - somiglia soltanto al più povero, al più disgraziato della città. Presto, cambia i tuoi vestiti con i suoi per un giorno, mettilo sul trono e sarai salvo.
Ma il re non volle assolutamente ammettere di assomigliare al mendicante. Tornò al palazzo tutto imbronciato e quella sera stessa morì, con la corona in testa e lo scettro in pugno.

Il finale di Alkistis:
Quando il mago ha detto al re che somigliava al mendicante, lui ha pensato che il mago era pazzo. Il mago gli ha proposto di cambiare i suoi vestiti con l'altro uomo. Il re era un po' scettico. Non voleva fare una cosa senza esserne sicuro. Ha deciso di parlare al mendicante e conoscere la sua storia. L'uomo gli ha detto che per anni era stato il re d'un piccolo paese, ma un giorno ha perso il suo potere perché era malato. Ha provato molte cose ma non si sentiva meglio. Gli abitanti l'hanno spodestato dal trono. Ha deciso di andare via dal paese ed ecco perché era lì in quel momento: il re ha realizzato che non era il solo sfortunato e ha voluto aiutarlo. Il mago gli aveva detto di cambiare i vestiti con il mendicante per curarsi. Ma gli aveva detto anche che l'altra persona sarebbe morta. Il re non voleva questa fine e ha suggerito al mendicante che entrambi togliessero e buttassero i loro vestiti. Con questa azione tutti e due si sono curati e sono diventate due persone in più nella società borghese.

Il finale di Pedro:
- Presto, cambia i tuoi vestiti con i suoi per un giorno, mettilo sul trono e sarai salvo, disse il mago.
Il re era disperato, allora ha fatto quello che il mago ha detto; il re, già vestito come un mendicante, è rimasto seduto sul pavimento per aspettare il giorno dopo.
Il mago ha guidato il mendicante, già vestito come un vero re, al palazzo. La mattina dopo il re si è svegliato ancora sul pavimento e ha sentito che il mendicante era moroto al suo posto durante la notte. Lui si sentiva meglio ed era anche soddisfatto di avere confidato nel mago. Il re va nel palazzo, però siccome è vestito come un mendicante non lo lasciano entrare; dice che è il vero re però non gli credono. Quando lui è ancora alla porta del palazzo, attraverso una finestra un servo del re annuncia la proclamazione come Re del figlio la sera stessa. Il vero re è disperato e durante la sera non ha l'opportunità di parlare con suo figlio mentre lo incoronavano.
Il re mendicante è adesso guarito però per lui è impossibile convincere qualcuno che lui è il vero re. Tanti - per lui - anni dopo il re mendicante muore per vecchiaia nella strada, disperato.

Il finale di Marta:
Il re accettò finalmente e cambiò il suo trono con il mendicante per un giorno. Il giorno seguente, il re, orgoglioso della sua azione e contento di essere salvo, andò a corte a recuperare il suo trono, ma il mendicante era stato nominato nuovo re. Tutto era stato un piano del mago e del popolo per licenziare il re egoista e così il re diventò un mendicante e morì per la strada per la sua malattia che non era stata curata.

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