Cacciatrice
Parte
1
La
caccia inizia
Il
vento soffiava nei suoi capelli ma lei non ci faceva caso, non
sembrava neanche aver notato le nuvole nere che si avvicinavano
rapidamente, troppo rapidamente. No, lei era troppo concentrata a
scrutare le acque in cerca di un'ombra sfuggente. Stava lì,
appoggiata sul bordo della barchetta che era presa da un leggero
rollìo. Spiava l’acqua, un arpione in mano, e infine la vide,
l’ombra scivolare sotto l’acqua. Un piccolo sorriso di vittoria
apparve sul suo viso. Nascose l’arpione sotto un panno e si mise a
cantare:
Lunga
è la via
Che
ti porta via ,
Tra
le onde sei morto
Ma
io ti vendicherò.
Dormi
in pace
Io
sarò veloce,
La
tua vendetta avrai
E
in pace dormirai.
Dalle onde sorse un viso splendido ricoperto di squame.
Il viso si avvicinò alla barca e si mise a cantare la stessa
canzone. Ma lei era pronta, si avvicinò al viso come se fosse
curiosa, lo toccò. La creatura sembrò sorridere. La ragazza prese
dolcemente il viso e lo sollevò. Dalle acque emerse un corpo
femminile a seguito di quel bellissimo viso. La giovane donna
sorrise, poi in una smorfia di rabbia e di sete di vendetta, prese
l’arpione e ferì la creatura.
La bestia afferrò la ragazza e la trascinò nell’acqua.
Le due combatterono nell’acqua in una battaglia senza esclusioni di
colpi. Ma la giovane umana era in svantaggio di fronte alla sirena.
Non potè diffendersi quando la sua nemica la prese per il piede e
iniziò a trascinarla verso il fondo del mare. Ebbe solo il tempo di
guardare il sole scomparire, sommerso dall’acqua.
Continua...
SECONDA PARTE
Mentre
guardava il sole scomparire vide la sua salvezza, l’arpione. Lo
afferrò e con un colpo secco sezionò la mano della sirena che
rilasciò un urlo acuto e terrificante. Era così stanca. Sentiva
dentro di sé che doveva uccidere il mostro, ma prima doveva
respirare. Diede un colpo al corpo della sirena e si spinse verso la
superfice. Prese una boccata d’aria come se fosse la cosa la più
dolce che avesse mai respirato. Le nubi nere l’avevano raggiunta,
presto ci sarebbe stata una tempesta. Doveva tornare alla barca.
Nuotò fino alla barchetta che iniziava a essere sballotata dalle
onde, che diventavano progressivamente sempre più grandi. Stava
remando verso la riva non lontana, quando notò un'ombra che nuotava
nelle onde e che lasciava una striscia di sangue. Non avrebbe tardato
a morire, questo pensiero le strappò un sorriso e la spinse a
mettere tutte le forze che le restavano nel raggiungere la costa. Una
volta arrivata a terra trascinò la barchetta, lottando contro i
venti scatenati, fino a un luogo sicuro. Poi riuscì in qualche modo
a ritornare a casa, dove si lasciò cadere sul suo letto di paglia,
esausta.
TERZA PARTE
L'amico
L'amico
Une
grido la svegliò.
- Oh mio Dio !!! Wén, Wén, stai bene? Fece una voce maschile.
Si
sentiva piena di dolori. Sentì delle mani posarsi sulle sue spalle
e scuoterla, mentre quella voce ripeteva: “ti prego svegliati”.
Aprì gli occhi e vide un volto sfuocato. Disse con una voce roca:
- Chi sei ? Dove sono?
- Wén mi hai spaventato a morte!!! Venivo a casa tua per vedere come stavi perché non sei stata al massimo dopo la morte di Nèse, e ti trovo piena di sangue con la porta aperta. Ti ho creduta morta!!!
- Sei tu Freay?
- SI! Finalmente mi riconosci! Stai ferma, non muoverti: prendo il necessario per badare a tutte quelle ferite.
- Sono così mal messa? Fece Wén con una voce debole.
- Sì, una costola rotta, le braccia tutte ferite da squame, schegge nelle mani e mi sa che ti sei rotto il piede.
- Smettila!! Non toccare lì
- Scusa, ma sei messa molto male non so neanche come hai potuto dormire. Ti sei battuta contro Ulumùri,vero ?
- Sì e non la vedremo mai più. L’ho uccisa.
- Bene e scommetto che ti ha toccato il viso, no?
- SI, perché? si alzó e tocco il suo viso.
- Perché quello non si toglie.
- Cosa?
- Bè, assomiglierai per tutta la tua vita a una Meta-rena. Sai, persone metà umana e metà sirena.
- Perché?
- Quando ti ha toccato il viso... ti ha lasciato il viso pieno di segni assomiglianti a ... scaglie.
- CCOOOSSAAAAA????
Continua
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